Il progetto sperimentale “Musica e Alzheimer”, a cura dell’Unione Musicisti e Artisti Italiani realizzato con la collaborazione dell’Ospedale dei Colli, il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e la supervisione scientifica del Prof. Bruno Ronga, Direttore Unità Operativa Complessa Neurologia Stroke Unit A.O.R.N. presso la struttura del CTO, è ripreso. Dopo il successo della precedente esperienza che aveva portato un gruppo di pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer a sperimentare il canto, tenendo il ritmo ed esibendosi in coro all’interno di uno spettacolo, un nuovo gruppo di 18 pazienti affetti da Alzheimer (di grado lieve moderato) settantenni accompagnati dai loro caregiver, da gennaio 2022 ha iniziato ad incontrarsi, insieme ai musicisti Giuseppe Schirone e Romeo Barbaro, presso l’aula Magna del CTO per cantare in coro e suonare le percussioni. La nuova sessione del progetto si concluderà il 30 giugno ore 21 con un nuovo concerto dal titolo “Coral…Mente” presso il Teatro Salvo d’Acquisto (via Morghen, 60). Insieme ai coristi-pazienti (il Coro dei Colli) a salire sul palco sarà la paranza di Romeo Barbaro, al piano il maestro Giuseppe Schirone con la voce recitante di Nino Orfeo. Previsto anche l’intervento, quale ospite, del Prof. Antonio Arciprete prestigioso violinista. Ora possiamo dire che il binomio canzoni – Alzheimer ha funzionato, come i risultati scientifici del 2021 hanno evidenziato e che finiranno presto all’interno di una rivista scientifica. “La musica e il coro in questo progetto sono divenuti uno strumento riabilitativo per i soggetti affetti da decadimento cognitivo al fine di favorire la socializzazione e la modifica dello stato umorale delle persone. Fondamentale infatti, a differenza della semplice musicoterapia, la capacità del coro di generare il senso del ‘ruolo’ permettendo cambiamenti quali l’accrescimento dell’autostima e della considerazione di sé stessi – ha spiegato il professor Ronga – Inoltre, la riattivazione della memoria musicale ed emozionale ha favorito l’espressione e la condivisione dei propri vissuti emotivi e dei ricordi autobiografici emersi grazie alla stimolazione sonora/ musicale. Il percorso che è durato 3 mesi ha facilitato, dati alla mano, i pazienti in un viaggio di ri-orientamento e di consolidamento delle relazioni sociali che spesso, risultano rarefatte o addirittura assenti migliorando inoltre sensibilmente il carico assistenziale del caregiver”. Questo progetto, del resto, si era prefissato obiettivi precisi: di tipo cognitivo ovvero il miglioramento o quanto meno mantenimento dei livelli di performance cognitiva; di tipo funzionale ovvero miglioramento o mantenimento dei livelli di funzionamento nelle attività strumentali della vita quotidiana; di tipo psico-comportamentali legati alla riduzione o non accentuazione degli eventuali disturbi neuropsichiatrici associati e della depressione; obiettivi sul caregiver ovvero riduzione del carico e del di stress sul familiare. La malattia di Alzheimer (AD) rappresenta la principale patologia neurodegenerativa per peso epidemiologico, in quanto si ritiene che attualmente in Italia ne siano colpite non meno di 900.000-1.000.000 di persone. Estrapolando tali dati alla Regione Campania, si stima in circa 100mila persone il numero dei pazienti affetti.