HÈSED è un progetto ambizioso e denso di contenuti ideato da Don Pasquale Di Giglio nato dal desiderio di incontrare la Parola di Dio in maniera giovane in un contesto, quale quello contemporaneo in cui spesso le parole che leggiamo o ascoltiamo, rischiano di rimanere vuote perché non legate ad una concreta esperienza di vita.
Oggi, 28 maggio il parroco napoletano, della chiesa del Buon Pastore di Fuorigrotta (Na), lancerà l’iniziativa per sostenere la Caritas Inter Parrocchiale a cui saranno devoluti i proventi e anche i messaggi dei tre brani contenuti nel disco. Grazie alla musica le parole restano e diventano vive perché partecipate; messe in musica, le stesse diventano nostre perché superano le barriere del pregiudizio e della razionalità. La Bibbia viene dunque “messa in musica” attraverso una traduzione in napoletano dei seguenti testi del Vecchio Testamento a cura dello stesso Don Pasquale di Giglio che in seguito sono stati canovaccio per la creazione di tre brani scritti e interpretati da tre giovani talenti: Alessandro Romano – cantante, cantautore, autore e busker napoletano con il brano OSEA Joe Mallo – rapper napoletano co-autore della sigla ufficiale delle universiadi Napoli 2019 con il brano CANTICO DEI CANTICI Veronica Simioli – cantante del trio Sud58 Resident Band di Made in Sud, al sul esordio come cantautrice con il brano QOELET La produzione musicale dell’intero progetto è affidata a Stefano Gargiulo (premiato con l’ambito Los Angeles Music Awards 2014) che ha curato la realizzazione di tutte le musiche. Tre brani con tre stili musicali differenti che raccontano attraverso la loro visione artistica e umana le traduzioni del Libro più antico e spirituale dell’umanità, eseguite da Don Pasquale Di Giglio. DESCRIZIONE E SIGNIFICATO DEI LIBRI SCELTI PER LE TRADUZIONI: QOELET (IV – III sec. a.C.), dà un senso nuovo al tempo che passa, perché in questa dinamica di tenerezza è Lui che aspetta riempiendo il tempo e la storia di speranza e di vita. OSEA (VIII – VII sec. a.C.) racconta un “amore desiderio” che si infrange sulle nostre resistenze e che nonostante tutto continua a raggiungerci incessantemente. CANTICO DEI CANTICI (VI sec. a.C.) racconta di un “amore liberato e gioioso”, senza resistenza nel desiderio dell’altro, un rincorrersi giocoso nel tentativo di incontrarsi davvero e in profondità.