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Il Ravello Festival omaggia Enrico Caruso con tre suoi eredi contemporanei, Juan Diego Flòrez, Lawrence Brownlee E Michael Spyres

Sono state presentate ieri mattina , 10 giugno,  nella sala “De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia a Napoli, all’autorevole presenza del Presidente Vincenzo De Luca, le iniziative organizzate dalla Regione Campania per celebrare il centenario della scomparsa di Enrico Caruso.

Uno dei palcoscenici più prestigiosi per le celebrazioni del grande tenore napoletano, sarà il Il Ravello Festival, che sarà inaugurato giovedì 1 luglio dalla Deutsches Symphonie-Orchester Berlin diretta da Kent Nagano e andrà avanti fino al 5 settembre; nella fattispecie Enrico Caruso verrà onorato con due  appuntamenti musicali  di grande valore iin programma il 29 luglio e il 1 agosto, sul palco del Belvedere di Villa Rufolo, a strapiombo sulla Costiera Amalfitana tanto amata dal Maestro Caruso.

I due concerti sono ideati da Alessio Vlad, direttore artistico della 69esima edizione del Festival, che si è affidato a tre eredi contemporanei di Caruso, Juan Diego FlòrezLawrence Brownlee e Michael Spyres. Juan Diego Flòrez si presenterà al pubblico della Città della Musica il 29 luglio in duo con il soprano Marina Monzò, accompagnato dall’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, diretta da Nikolas Nägele.

Flòrez, tra i più amati interpreti del globo, forte di una fama sbocciata all’età di soli 23 anni, è il più grande tenore rossiniano del mondo, una voce timbrata in tutta la sua estensione che raggiunge con faciltà il Re sovracuto, e che, oggi, canta anche Verdi, Puccini, Bizet, Massenet, Bellini, Donizetti, quel nuovo repertorio che gli predisse Luciano Pavarotti.

Il 1 agosto ribalta per Lawrence Brownlee e Michael Spyres, i quali saranno in concerto con la Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi”, diretta da Michael Balke. I due tenori sono reduci dall’incisione del progetto, “Amici & Rivali”, per la Erato, in cui ridanno vita all’amichevole rivalità tra Nozzari e David, due fuoriclasse del belcanto.

I due tenori saranno privilegiati interpreti del grande repertorio rossiniano composto per i teatri napoletani diretti dal Barbaja, che spazia dall’Otello alla Elisabetta Regina d’Inghilterra, fino a Ricciardo e Zoraide, al quale si aggiungeranno “Seul sur la terre” dal Don Sebastiano di Donizetti e l’ouverture “Al conventello”, composta da un Rossini, appena quattordicenne, per chiudere con il secondo inno d’Italia, l’intramontabile “’O sole mio”.

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