Grande emozione al teatro Trianon Viviani di Napoli per il live del premio Oscar Nicola Piovani che con il suo concerto La musica è miracolosa è stato l’autorevole protagonista della prima performance dal vivo del celebre Tempio della Canzone Napoletana, dopo un anno e mezzo di chiusura causa Pandemia.
Visibilmente commosso, per la sua esibizione in presenza dopo un lungo periodo di oscurità, Piovani è salito sul palcoscenico esordendo con queste parole: “Il titolo del mio concerto deriva da una frase celebre del maestro Fellini che definì la musica “pericolosa” come lo sono le cose belle quando hanno a che fare con l’indicibile, come ad esempio quel senso di spaesamento che ti avvolge negli amori adolescenziali, anche se a mio avviso gli amori sono tutti adolescenziali”.
Piovani parte dunque dal racconto su Fellini che piangeva sempre quando ascoltava una melodia per poi mettersi al pianoforte ed interpretare con i componenti della sua orchestra, alcuni brani delle colonne sonore a sua firma di film come “L’intervista” e “Ginger e Fred” di Fellini, “Il marchese del grillo” e “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli, “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo mentre sul maxi schermo posizionato sul fondo del palco scorrono alcune immagini che si riferiscono alle opere audiovisive prescelte. Suggestivo, in omaggio al golfo partenopeo e a Napoli, città ospitante, il racconto del potere del canto delle sirene che in origine erano creature spietate dell’isola di Capri, metà donna e metà uccello, dal Medioevo in poi diventano metà pesce. Piovani narra della loro sconfitta nel duello con Orfeo che le spiazzò con il controtempo, spingendole al suicidio. Da questo mito nasce “Partenope”, brano segnato da un pianoforte struggente, da archi cupi e dall’eco malinconica del sax.
Il concerto prosegue alternando musica e aneddoti anche di carattere personale come il ricordo d’infanzia della banda del paese natìo i cui suoni riempivano di gioia il cuore di tutti, bambini ed adulti, e dai quali il maestro trasse ispirazione per comporre il brano di ingresso in scena di Roberto Benigni, che chiese a Piovani di scrivere anche una canzone sentimentale per concludere uno spettacolo comico, “una melodia semplice, di quelle che ti sembra di aver già sentito, che dica solo ‘quanto t’amo!” Tanti i temi trattati, dal teatro, al cinema alla folgorazione per Chopin, Beethoven e per Marcello Mastroianni che interpretava “Caminito” sul set di “De eso no se habla”, film argentino del 1993. Ed ancora in scena, il ripetersi sempre identico e sempre diverso del re-mi-fa delle campane del convento delle suore di Ivrea, che furono il motore creativo del “Bombarolo” di De André. Il “live” si chiude con “La vita è bella” e“Buongiorno Principessa” tra gli applausi del pubblico napoletano, particolarmente critico e sensibile alla vera arte. “Dedico questo concerto a chi disse “se non passa in tv, non esiste”, ha detto infine Piovani, “sono contento di aver condiviso con voi queste due ore di inesistenza”.
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