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Tre sorelle, amore e tradimenti nella prima commedia al femminile di Enrico Vanzina

Nuova mission cinematografica per Enrico Vanzina , il cui ultimo film “Tre Sorelle” è in visione dal 27 gennaio sulla piattaforma Amazon Prime Video

Maestro il suo film è ispirato alle donne; perché?
“E’ una commedia romantica, un genere che da tempo non si gira più in Italia e che avevo già sperimentato più volte con mio fratello Carlo. In un momento storico così complesso, segnato da tanta sfiducia e smarrimento verso il domani, ho voluto fare un film che parlasse di sentimenti e chi più delle donne è capace di mettere a nudo gli aspetti più reconditi del proprio cuore?

Un omaggio alla “sensibilità in rosa” dunque

“Storicamente al cinema gli uomini sono sempre stati dei mattatori. La mia scommessa è stata quella di mettere in scena quattro donne diverse che potessero esternare i propri sentimenti con una certa leggerezza, suscitando al contempo sorrisi ed anche qualche risata ed in un certo senso ho voluto fare una sfida. Sono sempre stato molto vicino alle donne sotto tutti i punti di vista; le ho seguite, le ho ascoltate, mi sono innamorato di qualcuna, ho litigato con altre, sono stato il loro confidente, ma individuandole come protagoniste del mio progetto, ho inteso  mettere in luce con la macchina da presa, quelle che sono la loro forza e le loro fragilità”

La scelta degli interpreti ?

E’ stata molto pensata e su questo punto abbiamo fatto molte letture. In questa occasione ho fatto anche il regista oltre che lo sceneggiatore e con la macchina da presa ho cercato di riprendere le sfumature, i toni della mia scrittura; in particolare ho incentrato il lavoro di regista sulla recitazione, sui dialoghi  perché desideravo che le quattro protagoniste esternassero i moti del loro animo, in vari momenti di comicità, di tenerezza , di malinconia e sono molto soddisfatto del risultato ottenuto perché ognuna di loro ha dato il meglio di sé”

Da scrittore a regista; quanto conta la sceneggiatura in un film?

“La scrittura ha un ruolo predominante; i film sono scritti, trattati, immaginati scena per scena, battuta per battuta e questo è il fulcro centrale anche di questo lavoro. La bravura del regista è quella di assemblare nella maniera giusta tutti gli elementi filmici quali la colonna sonora, il talento degli attori, le immagini, ma senza una buona sceneggiatura ogni sforzo è assolutamente vano”.

Come spesso accade nel suo cinema, la storia  è ambientata in un in un’atmosfera vacanziera

“In realtà quando cominci una carriera cinematografica con un film come “Sapore di mare” ottenendo un grande successo, ti rendi conto che in un clima estivo e spensierato vengono fuori tante dinamiche interessanti”

“Tre Sorelle” è anche il titolo di un romanzo di Checov

“Sì ma il film non c’entra nulla con quell’ opera; piuttosto voglio dire che il “Tre sorelle” parla molto di Tolstoj poiché inizia e termina con delle espressioni proprie dello scrittore russo, tra cui, la frase che alla fine Luca Ward in chiesa durante il matrimonio di sua nipote che si sta sposando testualmente recita: “Ricordati che la calma è una vigliaccheria dell’anima!” e questa massima rappresenta un po’ anche tutta la filosofia del film”

In che senso?

“Il film evidenzia che se noi uomini siamo sempre calmi ed accettiamo con rassegnazione qualunque accadimento, viviamo con atteggiamento ed animo passivi, ci lasciamo vivere con vigliaccheria; al contrario bisogna reagire, cadere, rialzarsi, lottare, provare sconfitte e vittorie!”

Nel cast figura anche Serena Autieri, una napoletana doc

“Con Serena abbiamo già girato più film; sono molto legato a Napoli dal punto di vista artistico e non dimentichiamo che mio padre è Steno e che è stato il regista dei film di Totò. Spesso ho ambientato le mie opere a Napoli scegliendo attori partenopei come ultimo film che ho fatto con mio fratello Carlo “Caccia al tesoro” ispirato al tesoro di San Gennaro con il cast composto da Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Serena Rossi “

Anche Massimiliano Rosolino è di origine partenopea

“Sì ed il suo inserimento nel cast è stata una vera e propria scommessa. Max non aveva mai fatto l’attore e quando è arrivato sul set, aveva un atteggiamento tipico di chi sta per cimentarsi in una gara atletica. Dopo un momento di sgomento, lui ha capito che doveva sperimentarsi in un lavoro di gruppo e non in una gara individuale contro il tempo e devo dire che poi se l’è cavata benissimo “

Fin da piccolo lei è stato sempre molto legato a Napoli?

“Sì, per me questa città rappresenta un luogo dell’anima, la mia infanzia, la gioia, la spensieratezza, la famiglia; ricordo che quando eravamo bambini, spesso papà ci portava in treno a Napoli per assistere alle rappresentazioni teatrali del grande Eduardo”

Potrebbe qualificare con un aggettivo le singole protagoniste?

Certamente sì; Chiara Francini la definirei un’intellettuale prestata al cinema; Serena Autieri, una grandissima presenza scenica; Giulia Bevilacqua, la tecnica recitativa in persona, Rocio Morales , la grazia femminile”

“Tre sorelle” non è un film on the road; maestro ha pensato ad un suo successivo adattamento teatrale?

“No, i miei lavori sono pezzi unici!”

Vanzina cosa è la cultura?

“E’ ciò che resta in noi quando si è dimenticato tutto; la cultura è un qualcosa che alberga dentro di noi, non certo un insieme di nozioni, è un modo di essere che scaturisce da tante esperienze, quali la lettura di libri, la visione di film, la visita a musei , l’ascolto di opere musicali e chi fa cinema con serietà e dedizione non può non essere una persona acculturata”

Vanzina, l’era digitale sta sempre più dando spazio alle piattaforme digitali a danno delle sale cinema

“Sono stato uno dei primi a credere nelle piattaforme digitali perché andare contro il progresso della tecnologia è un errore clamoroso! Bisogna adeguarsi con intelligenza all’evoluzione dei tempi. Del resto il primo articolo della Costituzione del cinema recita: “Il cinema deve ed è un rito che va consumato in una sala al buio con altre persone accanto” Pertanto il cinema non morirà mai!”

Vanzina come vive questo periodo di Pandemia ?

“In maniera propositiva; dal primo lockdown, ho realizzato un film “Lockdown all’italiana” poi ho scritto un romanzo ed ora ho fatto “Tre Sorelle”; cerco di vivere in uno status di normalità”

Cos’è la normalità?

“E’ la libertà di poter immaginare il futuro, di poter uscire di casa senza paura, di poter abbracciare i propri cari “

Cosa è importante nella vita?

“Come dice Giulia Bevilacqua nel film, nella vita è importante  essere quello che noi sentiamo di essere”

Maestro cos’è la libertà?

“E’ la possibilità di dare alla gente che ci circonda, le stesse opportunità che abbiamo noi; libertà è condivisione!”

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