“Vulcanica”, mostra multimediale di Petra Scognamiglio

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Fino al 30 settembre continua la mostra multimediale dal titolo “Vulcanica” dell’artista Petra Scognamiglio, presso Casa Coste di Oliveto Citra (SA), a cura di Francesca Palumbo.
La mostra è stata inaugurata nell’ambito del prestigioso Premio Sele d’Oro Mezzogiorno e ha visto la partecipazione del compositore e direttore d’orchestra Lorenzo Pagliei autore di un’installazione sonora immersiva.
“Vulcanica” è un percorso pittorico che trae spunto dalla storia antica del Mediterraneo, dai primi popoli italici e romani. È uno sguardo sull’arte e la cultura pompeiana, sulla storia dei luoghi della Campania e, allo stesso tempo, sulle culture del Sud del XXI secolo.
Il percorso pittorico, concepito per essere accompagnato dalle “scenografie sonore elettroacustiche” (o scenosonìe) fatte di voci, strumenti e suoni naturali provenienti dal Mediterraneo, vede fondersi pittura e musica dinamicamente come gli strati interni di un vulcano.

“…Si parte da un’intuizione istintiva, viscerale, visionaria, che si definisce sulla tela nell’impressione rapida e gestuale di questi colori accesi e sregolati, caldi o freddi, ma sempre intensi e avvolgenti; poi, su di essi, la linea definisce le forme, che si sviluppano sullo sfondo in un accordo così riuscito da rendere impossibile separare l’uno dalle altre; creando dei “mondi intessuti”, per citare il titolo di un’altra mostra di Petra, che bene racchiude il senso della sua poetica.
La linea definisce le forme, dicevamo, ma cosa sono queste forme? Le forme di Petra sono suggestioni dal mondo di fuori, cose viste del presente o del passato, di una vita vicina o lontana; come quando dipinge i contorni di cose incontrate e di persone conosciute o quando inserisce, nelle sue tele, le silhouettes di santi cavalieri di antica epoca o di una donna del sud di tremila anni.
E questo ci porta all’altro grande merito che possiedono le opere di Petra: quello di far apprendere senza saccenza, di insegnare senza pesantezza, di divulgare senza annoiare.” (Dal testo critico della mostra a cura di Francesca Palumbo).

 

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